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L’opera non serve per sapere ma per pensare

 


Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare.
Eraclito

La logica vi porterà da A a B.
L’immaginazione vi porterà dappertutto.
Albert Einstein
 

Il titolo che “annodo” alle mie opere, rendendolo volutamente e imprescindibilmente loro parte organica, non sta per chiarirne il contenuto perché non ne hanno.
Ad esso è assegnato il compito tutto intellettuale di amplificare i margini di ambiguità avvertiti per rendere meno limpida, lineare e immediata la lettura dell’opera stessa.

L’opacità e il disordine referenziale che ne risulta determina una reazione cognitiva dell’immaginazione dell’osservatore che, nel tentativo di padroneggiare e dare un senso all’invasione dell’inaspettato, scopre pensieri e sentimenti nella interazione del suo mondo interiore con uno spazio materico annodato e percepito inizialmente come ignoto.

L’obiettivo è determinare, attraverso un materiale grezzo illuminato dalla parola, un’esperienza “vera” cioè un confronto complesso, pieno di contraddizioni, a volte ragionevole e irragionevole allo stesso tempo.
Questo evita, a colui che guarda, di adagiarsi sulla soluzione più immediata, di fidarsi troppo delle intuizioni o di prestare attenzione a ciò che conferma idee consolidate perché tutto ciò impedisce la crescita delle conoscenza, dell’innovazione, del desiderio di futuro e fa evaporare ogni aspirazione al cambiamento.

E’ proprio sulla ineluttabilità del cambiamento che intendo richiamare l’attenzione dell’osservatore.

Egli, infatti, deve farsi consapevole che, per non rimanere imprigionati in un immutevole presente dilatato a dismisura in quanto resi inerti, smarriti e storditi e impoveriti dall’inafferrabile potere dispotico e pervasivo del sistema finanziario, nonché per liberarsi dalla condizione di precarietà e controllo imposta dalla tecnologia dell’era digitale, occorre riflettere e ripensare il nostro posizionamento con e tra le persone per rendere le nostre vite più soddisfacenti e interessanti.
Occorre, cioè, sentirsi coinvolti nel prefigurare un modello di coesistenza capace di ridurre i disagi e le criticità del contemporaneo, per individuare quegli elementi capaci di favorire la condivisione, la collaborazione e l’unione in alternativa a quelli di contrapposizione, conflitto e dominio.