Lo sguardo del
chimico
Può l’arte
disvelare la complessità scientifica?
La scienza e l’arte
sono due linguaggi orientati alla conoscenza, pur agendo in aree
contigue e distinte. Entrambe sono animate dall’impulso di
comprensione del mondo e dell’appropriazione di esso,
contribuendo a fabbricare forme d’intelligenza analitica che
possono essere, da punti di vista diversi, applicate ai fatti.
La scienza indaga il
mondo in modo “ragionevole” e “metodico” aspirando a una
universalità, verificabilità e riproducibilità nel tempo e nello
spazio, dando ordine e omogeneità alla realtà. Non leggi eterne,
ma leggi che valgono finché non si trovano ipotesi in grado di
fornire maggiori spiegazioni, non cose vere ma cose esatte.
L’arte, diversamente
dalla scienza, fa i conti con l’irrazionale, l’atipico,
l’intuitivo, l’imprevisto, la molteplicità, l’inesattezza,
l’irregolarità, muta con la storia collettiva e individuale, e
pertanto si configura come un utile ed efficace strumento per la
confrontabilità di dati in origine molto distanti tra di loro,
risultando una sorta di lente che consente specifiche e
particolari tipologie di messa a fuoco.
Accostando chimica e
arte, entrambe scienze della forma, s’intende ripensare i due
saperi senza steccati per far emergere connessioni, affinità
e differenze, ascoltando gli intrecci degli echi riflessi: c’è
ben altro da vedere oltre ciò che riconosce il nostro sguardo?
Impiegare
l’immaginazione come un “simulatore” della realtà, effettuare
un’escursione in contesti insoliti per liberare la creatività,
effettuare associazioni singolari per provocare cortocircuiti,
sovrapporre fino a con-fondere punti vista e idee diverse capaci
di traghettare la percezione verso nuovi orizzonti.
L’elemento operazionale
dell’accostamento è il nodo contestualizzato: una
struttura che organizza gli atomi della materia (uomo
compreso).
Un invito alla
riflessione su come il nodo non solo configuri e moduli lo
spazio, ma ci rammenti come la complessità della realtà richieda
un inesauribile processo di interpretazione mai definitivo: che
cosa è la realtà se si elimina l’esplorazione umana?
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Tassonomia
Chimica = argomento |
Geometria = struttura |
Geometria = opera |
Società = titolo dell’opera |
Nodi
e chiralità
(nodi
molecolari) |
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1144
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A chi
serve la verità? |
Nodi e chiralità in chimica
Nodo molecolare
La chiralità è
la proprietà di un
oggetto rigido di non essere sovrapponibile alla propria
immagine speculare. Non è una proprietà puntuale, nel
senso che non esiste un punto che sia chirale. La
chiralità è una proprietà appartenente all’intero
oggetto.
A livello
macroscopico, l’esempio classico di un “oggetto” chirale
è la mano. Del resto, la stessa parola chiralità,
usata per definire questa proprietà, deriva dalla
parola greca χειρ
(cheir), che significa, appunto, mano.
L’esempio di un oggetto achirale, che non possiede,
cioè, questa proprietà, può essere la tazza, in cui è
presente un
piano di
simmetria ed è pertanto sovrapponibile alla
propria immagine speculare.
Ovviamente, la
chiralità è una proprietà diffusa anche a livello
molecolare. Molecole in cui non sono presenti piani di
simmetria sono chirali. Ma un esempio interessante, che
traccia una linea di collegamento tra la chimica, la
chiralità e i nodi, è quello rappresentato dagli knotani
(dalla parola inglese knot = nodo), composti la
cui struttura presenta una forte analogia con quella dei
nodi macroscopici. In sostanza, si tratta di nodi
molecolari che, in particolari configurazioni, per
esempio in una configurazione di
nodo a trifoglio,
sono chirali.
Concept dell’opera
Il
titolo dato ad ogni opera non è una sterile didascalia
ma è l’organo motore che porta - non in termini
strumentali, propagandistici e illustrativi - la vita
nell’opera stessa per
dare forma alla visione disincarnata del pensiero in
modo che possa essere percepita dall’occhio del corpo.
La contaminazione delle opere (non simboliche) con
titoli apparentemente incongruenti ha la funzione
di rendere la fruizione non solo emotiva e
contemplativa, relegata nel ristretto recinto del gusto,
ma la percezione deve sentire l’urgenza di una
coscienza critica e lucida che dia consistenza
all’immaginazione per uscire dai limiti e dalla povertà
dell’esperienza contemporanea.
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Nodi
Chimici
(nodi
di reticolazione) |
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1625
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Algoritmo – male oscuro della finanza |
Nodi
fisici
o
topologici |
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5884
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Gli
eventi cambiano la nostra percezione del mondo |
Nodi chimici (nodi di reticolazione)
e nodi fisici o topologici
Esiste una
differenza fondamentale tra i nodi chimici (di
reticolazione) e quelli fisici (topologici). I primi
sono dei legami forti che si stabiliscono tra catene di
diverse macromolecole o, anche, tra punti diversi della
catena di una stessa macromolecola. Sono per lo più
legami covalenti, risultato di reazioni che interessano
gruppi funzionali presenti nei punti interessati. I
frammenti uniti dal nodo chimico non possono essere
separati, a meno che non si intervenga con una nuova
reazione che rompa il legame che lo costituisce. I
secondi, invece, rappresentano una interconnessione
fisica tra due macromolecole, cosa che permette loro di
scorrere l’una vicina all’altra.
Concept dell’opera
L’arte non è specchio né mera illustrazione ma
interpretazione della realtà: è leggerezza pensosa e non
superficialità pesante, è comunicazione e non
informazione.
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Nodi
dell’orbitale atomico
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6162
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I
fatti cambiano la morale |
Nodi
dell’orbitale atomico
L’orbitale
atomico, che ha forme diverse, indicate con lettere
minuscole (s, p, d, ed f), è
quella regione di spazio attorno al nucleo in cui la
probabilità di trovare l’elettrone è massima,
convenzionalmente superiore al 90%. Gli orbitali
atomici, a seconda delle loro caratteristiche, sono
anche caratterizzati da nodi, zone in cui la probabilità
di trovare l’elettrone è pari a zero. L’esistenza di
questi nodi è il risultato delle proprietà ondulatorie
degli elettroni (è bene ricordare che gli elettroni
mostrano sia proprietà di particelle sia proprietà
ondulatorie). Prendendo la corda di una chitarra che
vibra come esempio di un’onda stazionaria e immaginando
di voler scrivere la funzione d’onda che ne rappresenta
il movimento, questa avrebbe il segno positivo nella
zona al di sopra della posizione di riposo (quando la
corda si tende verso l’alto) e negativo nella zona al di
sotto della posizione di riposo (quando la corda si
tende verso il basso). I punti in cui la corda non ha
nessun movimento, cioè i punti in cui l’ampiezza
dell’onda è uguale a zero, vengono detti nodi. Dato che
l’elettrone si comporta come un’onda, anche l’orbitale
che lo rappresenta può avere dei nodi. Per esempio,
l’orbitale 1s (il numero che precede la lettera
indica il livello energetico dell’orbitale) ha la forma
di una sfera e l’elettrone può trovarsi in qualunque
punto all’interno di questa sfera. In questo caso, non
vi sono nodi. Tuttavia, l’orbitale 2s, sempre di forma
sferica, ma più grande, ha una zona all’interno della
sfera in cui la probabilità di trovare l’elettrone è
pari a zero. Questa zona rappresenta un nodo. Per la
precisione, dato che questa zona la si incontra,
allontanandosi dal nucleo, a una distanza fissa, in
qualunque direzione (questo nodo, in realtà, è una
superficie), viene chiamata nodo radiale. Un altro
esempio di orbitale in cui è presente un nodo è
l’orbitale p. Questo orbitale ha la forma di due
lobi a forma di goccia. In questo caso, la zona dove la
probabilità di trovare l’elettrone è nulla è un piano,
detto piano nodale, ed è il piano che separa i due lobi.
Concept dell’opera
Col mio fare arte intendo approdare al reale senza
l’impiego di immagini simboliche e consentire una
continua interazione delle opere con il contesto
temporale e spaziale, in modo che esse possano
interrogare e sollecitare domande a tutti i soggetti che
le contemplano, evitando che appaiano chiuse, senza
energia, in perenne immobilità, in un indifferente
isolamento, in uno stato di morte fisica. E inoltre con
caparbietà mi sforzo di contrastare l’idea che il valore
economico prevalga su tutto, impedendo che l’arte si
riduca a un’ignobile collezione di titoli di credito.
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Nodi
del reticolo cristallino
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2013
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La
disuguaglianza non è un destino |
Nodi del reticolo cristallino
I nodi del reticolo cristallino sono i
punti nei quali si trovano le particelle materiali
(ioni, atomi o molecole) della sostanza cristallina.
Possono essere uguali o diversi (costituiti cioè dalle
stesse particelle o da particelle diverse). La struttura
tridimensionale a cui si dà il nome di reticolo
cristallino nasce dall’unione dei vari nodi con delle
linee immaginarie.
Concept
dell’opera
Mettere in risonanza l’emozione e la ragione (titolo)
significa creare valore, l’artefatto appare in una nuova
prospettiva come riflesso di un pensiero non
gregario, la cui forza evocativa sia in grado di
modellare lo statuto dell’oggetto arricchendolo
di un quid, non accessorio e ornamentale, per far
evaporare quell’incompiutezza che in genere il
pubblico riscontra nell’arte contemporanea: l’opera
allora dilata i suoi confini, dà forma al presente
interpretando il clima del tempo e testimoniando le sue
molte anime.
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Nodi concettuali:
reazione chimica e calore di reazione
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6163
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L’impopolarità del complesso |
Nodi concettuali: reazione chimica e
calore di reazione
Per convertire un
composto in un altro è necessario che avvenga una
reazione chimica a cui, peraltro, è associato un
fenomeno termico: il calore di reazione. Una reazione
può avvenire cedendo o assorbendo calore. L’energia
imbrigliata sotto forma di legame chimico può essere
liberata sotto forma di calore o, al contrario,
l’energia può essere fornita per formare legami chimici.
Reazione chimica e calore di reazione rappresentano,
quindi, due aspetti fondamentali della complessa
relazione che lega l’energia a quella parte delle
scienze naturali che studia la composizione della
materia, il suo comportamento, le sue modificazioni e le
variazioni di energia ad esse associate; in una parola,
alla Chimica. La loro analisi, come viene illustrato
nell’esempio di schema grafico sopra riportato, chiama
in causa la valutazione di numerosi altri nodi
concettuali.
Concept dell’opera
Il mondo viene illuminato dalla ragione e con essa il
progresso delle scienze fa chiarezza nelle tenebre e nel
buio. Il buio è alimentato dall’oblio, dalla miseria
umana, dall’indistinto, dall’irrazionale, da ogni
assolutismo e dal nulla. Ma dal buio sgorga inattesa la
visione della poesia e il lampo dell’invenzione.
L’arte, quindi, è l’apparenza che nasce dal lato
nascosto e enigmatico del mondo, ma deve farsi anche
carico del coraggio della ragione per confrontarsi con
la realtà complessa e aiutare a comprendere la finitezza
del mondo, i suoi limiti.
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