Indietro Pino Reggiani

La pittura tridimensionale di Gualtiero Redivo

 

Una breve premessa (per me stesso) per cercare di inquadrare il lavoro di Gualtiero Redivo.

Negli ultimi cinquanta, sessant’anni l’arte si è assestata su posizioni antagoniste: prima l’astrattismo e il realismo, poi l’informale e il nouveau réalisme. Il realismo ha generato forse più artisti informali di quanto si pensi possa averne generati l’arte astratta. Il realismo è stato perseguito da pochi artisti più interessati a ragioni mercantili che nutriti da ferma convinzione.

Mi piacerebbe citare artisti francesi come Robejrolle (gli artisti della Ruche di Parigi, già studio di Picasso e Soutine) o tedeschi che dal realismo sono arrivati all’informale. Non mancano, naturalmente, in questo contesto, artisti italiani. Se si riflette bene, la transavanguardia europea e americana hanno in fondo origine dall’arte informale. Credo però che l’art nouveau abbia prodotto con continuità idee e forme espressive più legate al mondo della contemporaneità.

Si pensi ad artisti storici come gli inglesi Paolozzi e Hamilton e l’americano Joseph Cornell che, seppur poco noti ai non addetti, sono stati in qualche modo i precursori della parte più viva della pop art.

A mio avviso, i dipinti di Gualtiero Redivo possono far parte di questo secondo filone più dialettico e legato a una visione della realtà complessa come un organismo.

La pittura o picto-scultura di Redivo rappresenta il magma della terra, il magma che avvolge e confonde. Con le forme ed i colori è la proposta di uno spazio altro che concorre compiutamente alla definizione dell’opera. I materiali utilizzati, contaminati da titoli non considerati come sterili appendici, fanno eco poi a tutta una serie di temi che consentono a Redivo di coniugare visione e comunicazione.

L’artista ritiene di avere dei “debiti” - come tutti ne abbiamo -  nei confronti di artisti come Burri ed Afro, ma in realtà egli è ben lontano dalla loro “filosofia” e dalla loro espressione, decorativa nel senso più alto del termine. Vedo, piuttosto, Redivo vicino a coloro che aderirono al nouveau réalisme, come accennavo sopra, ma con una estrema originalità.

L’emancipazione dalla sterile imitazione visiva implica per la sua pittura uno sconfinamento nello spazio tridimensionale, tipico della scultura, in cui il colore, usato con maestria, collabora di volta in volta, allo sviluppo totale dell’opera.