Testo critico sul catalogo "Trame e sospetti della pittura"
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Gualtiero lascia che l’invadenza dell’immagine referenziale si
insinui sul piano della tela, fino a farsi sospetto di
un’effettiva realtà, corporea, materica, densa di vita, come ci
è dato riscontrare nelle opere realizzate in questi ultimi anni,
quale ad esempio L’avidità genera povertà, una tecnica
mista su tela del 2015.
Per l’artista genovese l’immagine è, formalmente, offerta dal
nucleo posto al centro delle diagonali: un corpo che spinge
verso l’esterno, come voler emergere dal bozzolo di pieghe e di
panneggi, liberarsi del fondo per sostare sul limen, ove
la materia assume le vesti dell’immagine.
Testo critico sul catalogo "Forma Mentis - estetica del
tatto"
[…] Per … e Redivo il rapporto tra immagine
e forma è affidato alle possibilità offerte dal bassorilievo,
ossia a quella forma, ancora sostanzialmente contenuta nel piano
ma pronta ad attivare l’intuito, la sua capacità di generare la
dimensione del corpo plastico.
[…] L’aspetto che tiene insieme le opere ….. e di Redivo è …..
il loro insistere su una forma espropriata della
tridimensionalità oggettiva per condurla al bassorilievo, direi
ad un rilievo che si propone maggiormente al tatto nella sua
‘perlustrazione’ della superficie. L’azione è affidata
prevalentemente alla incisione della linea, al suo modulare
bassorilievi capaci, però, di dare sintesi del profilo, la
suggestione della forma e quindi del corpo.
[…] Troviamo le opere di Gualtiero Redivo, concepite entrambe
con una sintesi che è nel carattere del suo lavoro. I colori del
buio e Nodi, sono i titoli che l’artista ha dato ai due dipinti
con rilievi, nei quali a prevalere è la luce di un bianco
intensamente spirituale che si accampa nel fondo. Nella parte
centrale della prima opera un rilievo, maggiormente aggettante,
è reso da un nodo, quindi da un pezzo di corda che si avvolge su
se stesso. Nel secondo lavoro il rilievo invade l’intera
superficie: con ordine l’artista pone diversi tipi di nodi, tale
da tracciare una sorta di casellario. Sulla superficie si genera
un movimento di ombre che vanno a ritmare la bianca stesura del
fondo, non perfettamente liscio, anzi reso evidentemente
materico dagli strati di stoffe che Redivo incolla una
sull’altra, reinterpretando a suo modo la pratica di Rothko.
Tende, dunque, ad una luminosità spirituale che è propria del
bianco. Nella scheda che accompagna le sue opere l’artista
chiama in causa, giustamente, una pagina de’ Lo spirituale
nell’arte di Kandinskij, lì dove questi riferendosi alla visione
del bianco, scrive:” Tuttavia è un silenzio di nascita, ricco di
potenzialità; è la pausa tra una battuta e l’altra di
un’esecuzione musicale, che prelude ad altri suoni”. |