Testo critico sul catalogo "L'intelligenza dei nodi"
L'essenzialità dei grandi Liguri
Ho incontrato Gualtiero Redivo in occasione di Incendium,
un grande progetto di solidarietà per salvare lo Science Center
napoletano distrutto dalle fiamme, da me promosso per
l’associazione TempoLibero. Senza conoscermi, Gualtiero
aderì con entusiasmo presentando un’opera dal titolo
inquietante, “L’assuefazione alla corruzione”. Un’opera lineare,
molto interessante che affidava ad un nodo e ad un titolo un
messaggio ampio, che sottendeva un’interpretazione della vicenda
da cui traeva origine la mostra e l’intero progetto. Il quadro
fu molto ammirato e apprezzato e, devo dire, che anche io fui
incuriosita dall’artista. Ingannata dal suo accento e dalla sua
residenza, lo considerai romano ma, rileggendo le poche note
biografiche presenti nel catalogo, scoprii che è ligure: a quel
punto mi fu tutto chiaro. Immediato fu il collegamento con un
altro grande ligure, Eugenio Montale, il poeta che, come Redivo,
ha fatto dell’essenzialità un manifesto e ha sempre, con poche
parole “secche come rami” denunciato i mali del nostro tempo. Lo
ha fatto senza urlare ma conferendo potenza alla sua
indignazione proprio attraverso l’eliminazione di ogni orpello
retorico, di ogni parola in eccesso. Medesima tecnica ho
ritrovato nella poetica dei nodi di Redivo che, come gli oggetti
di Montale, si caricano di significati, aprono mondi e disvelano
una visione della vita e dell’arte fatta di impegno civile, di
volontà di denuncia, pacata ma inesorabile. Un’arte che con
pochi, semplici effetti induce molte riflessioni e apre molti
discorsi, portandoci ad interrogarci su quei significati appena
accennati e indicati, in modo più esplicito, da titoli chiari ed
efficaci. In un tempo in cui siamo subissati da troppe parole
che confondono anziché spiegare, da troppi effetti speciali e da
troppa inutilità, questa sobrietà di Gualtiero Redivo non è poca
cosa ed è capace di ricondurci ad un “luogo” in cui riflettere,
analizzare, cercare di capire per poter sciogliere i nostri
nodi. In questa accezione, un significato particolare assumono
anche i materiali di riuso che, nelle opere, acquistano nuova
vita: sembrano contrapporsi al nostro mondo consumistico, che ha
fatto dello spreco di risorse la sua vocazione e che è
proiettato verso un collasso inevitabile e inestricabile,
proprio come i nodi di Redivo.
Ce li consegna e ce li affida, questi nodi, immaginando - forse
- che potremmo essere capaci di scioglierli o che, tristemente,
ne resteremo strozzati. |