Indietro Linda Irace

Testo critico sul catalogo "L'intelligenza dei nodi"

 

L'essenzialità dei grandi Liguri

Ho incontrato Gualtiero Redivo in occasione di Incendium, un grande progetto di solidarietà per salvare lo Science Center napoletano distrutto dalle fiamme, da me promosso per l’associazione TempoLibero. Senza conoscermi, Gualtiero aderì con entusiasmo presentando un’opera dal titolo inquietante, “L’assuefazione alla corruzione”. Un’opera lineare, molto interessante che affidava ad un nodo e ad un titolo un messaggio ampio, che sottendeva un’interpretazione della vicenda da cui traeva origine la mostra e l’intero progetto. Il quadro fu molto ammirato e apprezzato e, devo dire, che anche io fui incuriosita dall’artista. Ingannata dal suo accento e dalla sua residenza, lo considerai romano ma, rileggendo le poche note biografiche presenti nel catalogo, scoprii che è ligure: a quel punto mi fu tutto chiaro. Immediato fu il collegamento con un altro grande ligure, Eugenio Montale, il poeta che, come Redivo, ha fatto dell’essenzialità un manifesto e ha sempre, con poche parole “secche come rami” denunciato i mali del nostro tempo. Lo ha fatto senza urlare ma conferendo potenza alla sua indignazione proprio attraverso l’eliminazione di ogni orpello retorico, di ogni parola in eccesso. Medesima tecnica ho ritrovato nella poetica dei nodi di Redivo che, come gli oggetti di Montale, si caricano di significati, aprono mondi e disvelano una visione della vita e dell’arte fatta di impegno civile, di volontà di denuncia, pacata ma inesorabile. Un’arte che con pochi, semplici effetti induce molte riflessioni e apre molti discorsi, portandoci ad interrogarci su quei significati appena accennati e indicati, in modo più esplicito, da titoli chiari ed efficaci. In un tempo in cui siamo subissati da troppe parole che confondono anziché spiegare, da troppi effetti speciali e da troppa inutilità, questa sobrietà di Gualtiero Redivo non è poca cosa ed è capace di ricondurci ad un “luogo” in cui riflettere, analizzare, cercare di capire per poter sciogliere i nostri nodi. In questa accezione, un significato particolare assumono anche i materiali di riuso che, nelle opere, acquistano nuova vita: sembrano contrapporsi al nostro mondo consumistico, che ha fatto dello spreco di risorse la sua vocazione e che è proiettato verso un collasso inevitabile e inestricabile, proprio come i nodi di Redivo.
Ce li consegna e ce li affida, questi nodi, immaginando - forse - che potremmo essere capaci di scioglierli o che, tristemente, ne resteremo strozzati.