Testo critico per l’opera prima
classificata al Concorso Internazionale di Arte Contemporanea
“Intuizione Espressione” – seconda edizione - 1 dicembre 2012 –
Milano
Gualtiero Redivo - Il rispetto delle regole
L’arte del Novecento ha recuperato tutto: ha guardato al
passato, ha aperto la strada a nuove culture, ha studiato il
movimento e desiderato la tecnologia. Un’arte che ha smesso di
guardare la realtà ed ha iniziato a reinterpretarla riscattando
gli oggetti del quotidiano e permettendo un secondo sguardo
sulle cose, ha indagato i manufatti d’uso corrente nella loro
fisicità, colore, forma e li ha trovati ovunque: nelle case,
nelle strade, nelle fabbriche. L’industria ha creato prodotti di
consumo, o meglio articoli usa e getta, spingendo la comunità a
comprarli, usarli e, infine, gettarli per soddisfare nuovamente
la necessità morbosa di possedere “cose”. Così la stoffa, la
plastica, il metallo, il legno, giacciono nelle cantine, nelle
discariche e negli scatoloni come testimoni di una nuova fase e
della propria inutilità. L’arte contemporanea ha dato ad alcuni
di questi oggetti una seconda vita, ne ha ricostruito il senso
restituendo alla comunità tutto quello che era stato buttato,
scartato, rifiutato.
“Il rispetto delle regole” si inserisce in modo significativo in
questo modo di fare arte, è un’opera che restituisce dignità
agli oggetti, li prende da ambienti di vissuto collettivo e li
colloca nello spazio della tela. La realtà viene decostruita e
investita di nuovi valori, quelli della rivalorizzazione e
ri-costruzione della realtà stessa attraverso l’arte. Gualtiero
Redivo definisce nella plastica la tensione della materia, la
colora e la stropiccia. Gli oggetti sono investiti di forza,
sono annodati, tagliati, portati al limite. Una corda rossa
affiora nel mezzo per legare il materiale a se stesso, creando
una tensione formale, un dinamismo materico. La società produce
senza sosta oggetti che diventano simbolo degli scarti della
vita urbana, la quale non è più dipinta e rappresentata ma
occupa attivamente e materialmente lo spazio della tela,
operando una riconversione, attribuendosi nuovi significati.
Nella costruzione della nuova immagine gli elementi si fondono a
tal punto da sembrare altro, Redivo ridisegna la texture
dei materiali lasciando spazio all’ambiguità, a diverse
interpretazioni della visione. Emerge, proprio dall’interno
dell’assemblage, un cuore rosso che scardina la
compostezza e la posa della superficie, creando disordine e
trazione, sviluppando una sollecitazione energica che si espande
verso i quattro angoli dell’opera. Un nodo che è capace di
stringere e dissacrare l’equilibrio nello stesso tempo. Gli
oggetti singoli sono scomparsi, non esistono più, esiste solo un
nuovo organismo. |