Indietro Francesca D'Aria

Testo critico per l’opera prima classificata al Concorso Internazionale di Arte Contemporanea “Intuizione Espressione” – seconda edizione - 1 dicembre 2012 – Milano

Gualtiero Redivo - Il rispetto delle regole

L’arte del Novecento ha recuperato tutto: ha guardato al passato, ha aperto la strada a nuove culture, ha studiato il movimento e desiderato la tecnologia. Un’arte che ha smesso di guardare la realtà ed ha iniziato a reinterpretarla riscattando gli oggetti del quotidiano e permettendo un secondo sguardo sulle cose, ha indagato i manufatti d’uso corrente nella loro fisicità, colore, forma e li ha trovati ovunque: nelle case, nelle strade, nelle fabbriche. L’industria ha creato prodotti di consumo, o meglio articoli usa e getta, spingendo la comunità a comprarli, usarli e, infine, gettarli per soddisfare nuovamente la necessità morbosa di possedere “cose”. Così la stoffa, la plastica, il metallo, il legno, giacciono nelle cantine, nelle discariche e negli scatoloni come testimoni di una nuova fase e della propria inutilità. L’arte contemporanea ha dato ad alcuni di questi oggetti una seconda vita, ne ha ricostruito il senso restituendo alla comunità tutto quello che era stato buttato, scartato, rifiutato.
“Il rispetto delle regole” si inserisce in modo significativo in questo modo di fare arte, è un’opera che restituisce dignità agli oggetti, li prende da ambienti di vissuto collettivo e li colloca nello spazio della tela. La realtà viene decostruita e investita di nuovi valori, quelli della rivalorizzazione e ri-costruzione della realtà stessa attraverso l’arte. Gualtiero Redivo definisce nella plastica la tensione della materia, la colora e la stropiccia. Gli oggetti sono investiti di forza, sono annodati, tagliati, portati al limite. Una corda rossa affiora nel mezzo per legare il materiale a se stesso, creando una tensione formale, un dinamismo materico. La società produce senza sosta oggetti che diventano simbolo degli scarti della vita urbana, la quale non è più dipinta e rappresentata ma occupa attivamente e materialmente lo spazio della tela, operando una riconversione, attribuendosi nuovi significati. Nella costruzione della nuova immagine gli elementi si fondono a tal punto da sembrare altro, Redivo ridisegna la texture dei materiali lasciando spazio all’ambiguità, a diverse interpretazioni della visione. Emerge, proprio dall’interno dell’assemblage, un cuore rosso che scardina la compostezza e la posa della superficie, creando disordine e trazione, sviluppando una sollecitazione energica che si espande verso i quattro angoli dell’opera. Un nodo che è capace di stringere e dissacrare l’equilibrio nello stesso tempo. Gli oggetti singoli sono scomparsi, non esistono più, esiste solo un nuovo organismo.