Indietro Flavia Soldato

Prefazione all'intervista televisiva di Artetivu Lab (trasmissione del 14/10/2011 e successivamente replicata)

 

"L’arte è una qualità intrinseca all’intelligenza umana ma, per farla emergere e per rendere conto di come i suoi oggetti siano costruiti per produrre senso, deve diventare un sistema socializzato, cioè deve acquisire lo statuto di linguaggio”. Con queste parole Gualtiero Redivo proclama il ruolo sociale dell’arte. L’artista la progetta come macchina dei nodi capace di esplorare le infinite relazioni individuali e collettive, tracciando un percorso espressivo atto a coadiuvare le emozioni visive e il pensiero connettivo.  La scelta stilistica del nodo consente, invero, all’opera d’arte di accostare la complessità celata della dimensione umana evaporando da aridi terreni di ornamento e di vanità. Il nodo racchiude un istante riflessivo senza definirlo. Le piegature, infatti, da esso generate, sgorgano come sconfinate e universali trame dense di significati. La materia diviene impalpabile e sussurra poeticamente la sua logos profonda. Stoffe e corde, insabbiate di pigmenti puri, formano lo sfondo e ne valorizzano l’immagine offrendo spazio al vuoto brulicante di illimitate potenzialità. La valenza intellettuale dell’opera d’arte è di filtrare la realtà donando energia materica, vera anima del nostro tempo. L’artista supera le sfera esperienziale e l’illusione referenziale approdando ad un campo inconsueto e sorprendente. Il titolo, nucleo argomentativo dell’opera, frantuma l’esclusività della percezione scoprendo spazialità nascoste poste ai confini percepibili del mondo visibile.